ANNIGONI  PIETRO

20100 MILANO – 50100 FIRENZE

Pittore incisore e scultore professionista - ( Milano 7 giugno 1910 - Firenze 28 ottobre 1988 ). Nel 1925 si trasferi' a Firenze, dove frequentò i corsi di pittura e scultura all'Accademia delle Belle Arti avendo come maestri Felice Carena per la pittura e Giuseppe Graziosi per la scultura. Nel 1929 espose per la prima volta i suoi disegni alla Galleria Cavalensi e Botti di Firenze. Nel 1932 allestì la sua prima personale a Palazzo Perroni. Nel 1947 firmò il manifesto dei Pittori della realtà assieme ai fratelli Xavier e Antonio Bueno e a Gregorio Sciltian. Dal 1949 svolse parte della sua attività in Inghilterra, dove fece ritratti ai membri della famiglia reale e ad illustri personaggi. Di lui hanno scritto autorevoli giornalisti e critici su giornali, riviste, cataloghi d'arte e monografie, tra i quali: Charles Richard Cammel, Gilberto Petrelli, Nicolò Rasmo, Ugo Longo, Raffaele de Grada, Ugo Ojetti, Elio Vittorini, Renzo Sismi, Francesco Redi, Giorgio de Chirico, Luigi Servolini, Spanish Sketchbook, Alberico Sala ecc. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. E' stato presidente dell'Associazione Incisori d'Italia.

 

"... A Firenze vive pure il Pittore Pietro Annigoni, artista di grande talento e di grande serietà. Egli, contrariamente a molti suoi colleghi, è un grande lavoratore e possiede un mestiere di cui la maggior parte dei pittori d'oggi, non parlo solo degli italiani, ma anche degli stranieri, non hanno la più pallida idea. Pietro Annigoni lavora seriamente e va diritto per la sua strada senza badare alle chiacchiere, agli snobismi, agli intellettualismi e alle scemenze di questa nostra triste epoca e anche senza badare ai lavori che la sua opera fa sorgere. Egli è anche un forte disegnatore e acquafortista di primo ordine. Ecco un artista che le autorità competenti, se vedessero un pò chiaro nelle faccende dell'arte, dovrebbero nominare professore, anzi, direttore di una Accademia importante..."

                                                                                                                      (Giorgio de Chirico)