FORNONI  ALDO

20144 MILANO

Pittore e disegnatore professionista - Nato a Milano il 17 novembre 1916. Conseguì il diploma di maestro d'arte alla scuola Albertella di Milano e in seguito studiò presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano. A Milano, per diverso tempo, insegna disegno alla Scuola d'Arte Applicata del Castello Sforzesco e alla Scuola d'Arte e Mestieri E.n.a.l.c.

Ha insegnato per diversi anni disegno e nudo nel suo studio di Milano. Figurativo, predilige la figura, il nudo, il ritratto e il paesaggio; usa in prevalenza pastello, olio e acquerello. Lavorò negli Stati Uniti d'America dal 1950 al 1958. Ha preso parte ad importanti collettive e rassegne d'arte, ed ha allestito mostre personali in diverse città in Italia e all'estero. Di lui hanno scritto autorevoli critici d'arte e giornalisti su giornali e pubblicazioni d'arte specializzate. Sue opere si trovano al Museo Storico di Yuma, nel Dipartimento di Guerra di Washington e in numerose collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.

 

“Spesso mi vien chiesto perché nella mia pittura prediligo il nudo femminile. Hegel, per esempio, ha detto che per esprimere il sentimento e la passione, l'artista non ha a disposizione che il viso e le attitudini del corpo. Penso che questa sia la più valida risposta anche se esprimo il mio sentire attraverso il paesaggio o la natura morta così come scelgo fra i mezzi di riproduzione il colore ad olio, l'acquerello, il pastello. Non rifuggo dalla realtà, ma cerco di penetrarla, di cogliere l'aspetto che identifico col mio modo di sentire con un particolare momento, anche perché l'arte non si può inventare ma è nella natura, nella luce, nei suoi colori, nei suoi immutabili incanti. Al di fuori di qualsiasi moda o tendenza cerco di essere sincero con me stesso, di rifiutare ogni trucco di virtuoso, perché posso imprimere al mio lavoro quel disinteresse senza il quale non potrei creare qualcosa.

 

1974 Aldo Fornoni

 

“... Al pari degli antichi maestri, Aldo Fornoni offre al fruitore delle sue opere quel 'beneficio dell'equivoco' – l'equivoco della verosimiglianza – , della 'piacevolezza' formale, dell'assoluto rispetto per le norme dell'anatomia e della luministica, che tanta arte moderna sdegnosamente respinge. Ci sentiremo di dargli torto in nome di un'avanguardia promotrice di altrettanti e assai peggiori equivoci? In piena coscienza. Direi proprio di no...”.

 

1974 Luciano Budigna