RONCHI   GLORIA

20099 SESTO  SAN  GIOVANNI (MI)  -  Via Modena,  50                        e-mail:   gercb@tiscalinet.it

Pittrice - Nata a Milano nel Settembre 1975, vive e lavora a Sesto San Giovanni. Durante gli anni Universitari ha frequentato la scuola serale di arti figurative M. Bellani di Merate; nel 1999 è entrata a contatto con artisti di fama internazionale come J. Borges e H. Nitsch, frequentando l'Internationale Sommerakademie (Accademia di Belle Arti a Salisburgo in Austria). Ha in seguito arricchito la sua formazione pittorica frequentando il corso di pittura della Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco a Milano. Collabora con la rivista CroMa della Maimeri, scrivendo articoli sulle diverse tecniche pittoriche.

Ha partecipato a mostre collettive e rassegne d'arte in varie città italiane ed estere, tra cui Bergamo, Cernusco, Como, Corsico, Milano, Rho, Sesto San Giovanni, Salisburgo ecc., ottenendo ambiti premi e segnalazioni. Nel 2002 mostra personale a Merate.

 

“La pittrice, pur senza rinunciare ad una rappresentazione figurativa e strutturata, propone una visione liricamente astratta, derivando dai suoi soggetti un criterio espressivo che li trascende. Il tema centrale della sua pittura si colloca infatti sul piano delle problematiche esistenziali, estraendo dalle figure i sentimenti della fragilità e della solitudine che interessano la condizione e il dramma dell’uomo contemporaneo.

La centralità della riflessione sull’uomo è del resto sottolineata da alcune scelte pittoriche che forniscono gli indizi di un rinnovamento linguistico di forte tensione espressiva. La sintesi e l’essenzialità della figurazione trovano conferma nello spazio occupato dai soggetti umani, che con la loro presenza dominano la tela, espandendosi anche nel breve spazio circostante attraverso ombre, vibrazioni pittoriche e pennellate che dal perimetro si proiettano sullo sfondo. La tela, da palcoscenico della rappresentazione, si trasforma così in un più raccolto e metafisico spazio del pensiero, dove si svolge il racconto di ogni uomo, nel tentativo di ritagliarne la peculiarità e il significato.

In questa ricerca di senso e di valenze extrapittoriche, le stesse impressioni visive si confondono fecondamene con le esperienze vissute interiormente dal soggetto che percepisce.

La fusione dei piani, talora ottenuta attraverso tecniche ibride che lasciano simbolicamente spazio  all’invasione di materiali non pittorici sulla tela (cfr. i pezzi di spartiti in Pianoforte), descrivono l’incontro fra l’immaginario e la realtà oggettiva, realizzando una dialettica spirituale che nell’uomo moderno è spesso vissuta come dolorosa frattura. Anche il tema dell’inesorabile caducità delle cose trova un riscontro puntuale sul piano espressivo; in Bucranio alla tradizionale scelta iconografica corrisponde una declinazione pittorica originale, segnata dalla continua oscillazione fra luci ed ombre, vuoti e pieni, pennellate dense e liquide, sollevando nello spettatore il senso di una lacerazione insanabile di fronte al mistero della morte.

Lo stesso procedimento di interiorizzazione dell’oggetto, nel tentativo di capirne il mistero, trova applicazione nei paesaggi e nelle rappresentazioni della natura. Qui la pittrice, nel postulare l’inaccessibilità e l’estraneità di fondo della realtà che circonda l’uomo, ne modula le sembianze secondo le tonalità della propria percezione e del proprio sentimento, avvicinandola a sé e ripercorrendo le tappe di un’indagine che privilegia gli aspetti più riposti e meno sensibili delle cose”.

2002 – Pietro Beretta